Dopo 24 anni dal tragico evento, si è chiuso con l’archiviazione il caso dell’omicidio di Virginia Mihai, la moglie di Valerio Sperotto, un allevatore di Velo d’Astico, Vicenza. I resti della donna furono trovati nel 1997 nella porcilaia dell’azienda di Sperotto.
Gli archeologi forensi hanno confermato nel 2017 che l’assassino, o l’assassina, aveva smembrato il cadavere e lo aveva poi gettato in quella zona. Il ritrovamento di un’unghia di Mihai ha fornito una prova materiale. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari, Chiara Cuzzi, ha deciso di archiviare il caso e ha condiviso la decisione del pubblico ministero, sostenendo che non ci sono prove sufficienti per sostenere l’accusa contro la figlia di Sperotto, Arianna Sperotto, unica indagata per omicidio. Si è preso atto degli elementi che indicano che la donna è stata vittima di un omicidio e che il suo corpo è stato distrutto nella porcilaia. Tuttavia, non ci sono elementi sufficienti per un processo.
Nel corso degli anni, il caso di Velo d’Astico ha dato vita a un’altra inquietante ipotesi: che la moglie precedente di Sperotto, Elena Zecchinato, scomparsa nel 1988, abbia subito la stessa sorte. Gli esperti forensi avevano infatti trovato altri presunti resti umani nella porcilaia, oltre a una motosega nascosta in una botola. Tuttavia, non è stato possibile identificare altre persone attraverso questi resti.
In conclusione, l’archiviazione del caso dell’omicidio di Virginia Mihai non ha portato alla giustizia l’assassino o l’assassina. L’unica indagata, Arianna Sperotto, non sarà processata per mancanza di prove. Il caso resta irrisolto e continua a insinuare dubbi sulle sorti della moglie precedente di Sperotto, Elena Zecchinato. La verità su entrambi i casi potrebbe non essere mai completamente svelata.