Migranti in Sardegna: Sindaci protestano contro l’utilizzo di tensostrutture

Un momento della vita dei migranti all'interno del centro di accoglienza della Croce Rossa di Via Tres a Torino, 20 Settembre 2023. Il Centro accoglie cinquecento persone in una struttura da 140-180 posti. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO A moment in the life of migrants inside the Red Cross reception centre in Via Tres in Turin, 20 September 2023. The Center welcomes five hundred people in a structure of 140-180 seats. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

La Sardegna si trova di fronte a una sfida sempre più grande nell’affrontare l’arrivo di un numero sempre crescente di migranti. Ogni settimana, tra quelli previsti dal piano di ripartizione nazionale e quelli provenienti direttamente dal nord Africa, si contano dai 200 ai 300 nuovi arrivi. Tuttavia, la regione non è adeguatamente attrezzata per gestire questa situazione a causa della mancanza di strutture adatte.

I Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) in tutta la Sardegna, compreso il più grande a Monastir, vicino a Cagliari, sono ormai saturi. Inoltre, i bandi delle Prefetture per trovare nuovi alloggi sono rimasti tutti senza risposta.

La soluzione proposta è quella di allestire tensostrutture nei comuni per accogliere tutte le persone in fuga e dirette verso l’Isola. Tuttavia, molti sindaci si oppongono a questa soluzione. In alcuni centri, le ruspe sono già entrate in azione per preparare il terreno e installare le tende della Protezione Civile.

Un esempio di questa situazione è Villanovaforru, un paese di 550 abitanti situato a 50 chilometri da Cagliari. In questo paese, un ex hotel ospita già circa un centinaio di migranti che sono stati integrati con successo nella comunità locale. Tuttavia, l’hotel non è in grado di ospitarne altri e il sindaco Maurizio Onnis si è detto disponibile a ricevere nuovi arrivi solo se vengono individuate strutture più adeguate. Non è favorevole all’utilizzo di tende come soluzione temporanea, ritenendole offensive e non rispettose della dignità delle persone che arrivano.

Nel frattempo, la Sardegna dispone già di un Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) a Macomer, nella provincia di Nuoro, aperto nel 2020. Tuttavia, anche questo centro è sottodimensionato e la prossima settimana inizieranno i lavori di ampliamento per aumentare il numero di ospiti da 50 a 100, con l’aggiunta di 30 celle.

La situazione in Sardegna mette in evidenza la sfida che il governo e le autorità locali devono affrontare nel gestire l’arrivo sempre più massiccio di migranti. Sono necessarie soluzioni sostenibili e adeguate per garantire una corretta accoglienza e integrazione di queste persone, rispettandone la dignità.

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