Protesta dei governatori sul Cpr nelle Regioni: una questione sollevata con forza

Il Cpr di Gradisca d'Isonzo in una foto di archivio ANSA /ALICE FUMIS

Il governatore toscano, Eugenio Giani, ha dichiarato che non approverà la creazione di Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) in Toscana. Ha sottolineato che il problema dell’immigrazione riguarda principalmente l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, e non la loro espulsione. Giani ha criticato l’idea di creare Cpr come un modo per “buttare fuori” gli immigrati, invece di cercare soluzioni per il loro inserimento nella società, come fornire loro cibo e alloggio. Ha inoltre sottolineato che la procedura di rimpatrio dovrebbe essere prevista solo in casi eccezionali.

Il governatore dell’Alto Adige, Arno Kompatscher, ha dichiarato che il nuovo Cpr nella sua regione sarà utilizzato solo per soddisfare le esigenze locali e non accoglierà trasferimenti da altre regioni. Il Centro avrà una capacità di circa 50 posti ed sarà finanziato e gestito direttamente dal governo centrale a Roma. Kompatscher ha anche annunciato che il ministro degli interni è atteso a Bolzano per una conferenza sull’ordine pubblico.

Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha invece sostenuto che tutti i migranti nei Cpr hanno precedenti penali. Ha affermato che le persone accusate di reati come violenza privata e spaccio non dovrebbero essere lasciate libere ma rimpatriate. Questa opinione è basata sull’esperienza del Cpr di Gradisca di Isonzo. Fedriga ha espresso il suo parere durante un convegno sulla semplificazione normativa.

È importante sottolineare che queste dichiarazioni sono state riportate dagli organi di stampa e sono attribuite ai rispettivi governatori.

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