L’avvento prepotente dei social network, figli di quella tecnologia che volente o nolente sta cambiando, ed in parte ha già fatto, il nostro modo di vivere, ha come effetto di abbracciare tutte le sfere della vita, amore compreso.
Ed è così che anche il sentimento con la “s” maiuscola viene condiviso sui vari social con classiche frasi quali: “Ti amo”, “Mi manchi”, “Mi piaci”, “Mi fai impazzire”, “Non vedo l’ora di rivederti”, “Buongiorno amore mio”, “Facciamo l’amore” ecc… Parole ed espressioni le quali vengono raccontate dalla mostra personale “L’amore ai tempi di Tinder” di Malena Mazza in scena dal 14 al 17 luglio agli Hamptons Fine Art Fair presso il Padiglione Italia (qui il nostro focus sull’evento). Un’esposizione, quella della fotografa milanese (qui la nostra intervista) di fama internazionale, in cui parole ed espressioni prive di significato, frutto o meglio vittime anch’esse di quella bulimia linguistica da tastiera che va a banalizzare tutto, amore compreso, vengono espresse attraverso immagini di donne vuote che hanno perso il loro centro di equilibrio.
In uno spazio virtuale, quello dei social, che è, a ben vedere, sia ovunque che da nessuna parte, ma mai fisico, possiamo assistere alla morte dell’anima fissando il vuoto della contemporaneità. Uno spazio, ed è questa una delle caratteristiche fondamentali dei social, all’interno del quale più essere detto e scritto di tutto, ed in cui nessuno risulta responsabile, e nel quale risiedono paure e sofferenze nascoste.
Da qui una domanda sorge spontanea: questa tecnologia e la sua insita velocità che la contraddistingue ci stanno trascinando nell’abisso o le relazioni umane sono in evoluzione verso un nuovo tipo di significato? A questa ed altre domande risponderanno le foto esposte a “Love at the times of Tinder” perché, come dice la stessa Malena Mazza, “L’immagine dice più della parola”.
Espressione questa che riflette alla perfezione ciò su cui l’artista si concentra con le sue opere, ovvero quella mutazione estetica e socioculturale delle donne negli ultimi quarant’anni; con ironia ed irriverenza la fotografa mette così nel suo obiettivo, non solo della macchina fotografica ma inteso in senso lato, la donna che si divide tra casa, lavoro, famiglia, figli, shopping, ma che al tempo stesso deve essere sempre glamour e sexy, ovvero, in una parola, “perfetta”, come la società la vuole.