“25 novembre: il caso di Giulia, la donna uccisa nel 1991, svela una tragica verità”

103 donne vittime di femminicidio ricordate a Roncade

Sulla piazza del municipio di Roncade (Treviso), in occasione delle iniziative per il 25 novembre, sono state collocate 103 tabelle con i nomi e le fotografie delle donne vittime di femminicidio in Italia nel 2023. Questo gesto simbolico vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere e ricordare le vite spezzate a causa di questo grave problema.

Accanto a una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, è stata posta anche l’immagine di Giulia Cecchettin, una delle vittime. Inoltre, è stata aggiunta come “appendice” la foto di Sandra Casagrande, una pasticcera di 44 anni uccisa nel suo negozio nel centro del paese il 29 gennaio 1991. Questo omicidio, caratterizzato da una violenza estrema, è rimasto irrisolto nonostante le numerose prove raccolte sulla scena del crimine e le testimonianze raccolte. Dopo sei mesi, il caso venne archiviato senza che si trovasse un colpevole.

Il delitto di Sandra Casagrande ha destato particolare attenzione a causa delle indagini che si sono concentrate sull’allora comandante della locale stazione dei carabinieri. Quando i colleghi del reparto operativo giunsero da Treviso dopo l’allarme, il comandante dichiarò di non essere in casa, ma ammise la sua presenza solo 18 anni dopo. Nonostante questo, il caso non ha mai trovato una soluzione definitiva.

Nel 2009, l’allora procuratore di Treviso, Antonio Fojadelli, ha deciso di riaprire il fascicolo dopo aver ritrovato negli archivi un reperto con residui di DNA diversi da quelli della vittima. Questa decisione ha attirato l’attenzione dei media nazionali, ma purtroppo non ha portato a nessun risultato concreto.

L’iniziativa di Roncade è solo una delle molte che si svolgono in tutta Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violenza di genere e ricordare le vittime. È importante che la società si mobiliti per combattere questo problema e garantire la sicurezza delle donne. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di porre fine a questa tragedia.

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