25 novembre: Fondazione Una Nessuna Centomila chiede maggiori finanziamenti per i centri antiviolenza

Più finanziamenti ai Centri antiviolenza: l’appello di Una Nessuna Centomila

La Fondazione Una Nessuna Centomila ha lanciato un appello per ottenere maggiori finanziamenti per i Centri antiviolenza. La presidente Giulia Minoli ha sottolineato l’importanza di coinvolgere la cultura nella lotta contro la violenza di genere. La Fondazione sostiene queste realtà attraverso donazioni e ricavati da eventi culturali come il concerto all’arena di Verona e l’anteprima del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”.

La presidente Minoli ha dichiarato che la sensibilità e il desiderio di cambiamento stanno crescendo tra gli artisti italiani. La Fondazione offre il proprio sostegno a tutti coloro che condividono i loro obiettivi. Il 25 novembre, la Fondazione parteciperà a una manifestazione in Piazza, unendosi a una grande marea di persone determinate a combattere la violenza di genere.

La Fondazione ha sottolineato che il movimento delle donne, la società civile e la cultura italiana stanno giustamente affermando che non si può più aspettare. La violenza maschile sulle donne è un problema strutturale che richiede un approccio serio da parte della politica. Non è un evento improvviso, ma qualcosa che viene denunciato e studiato da decenni.

La Fondazione ha evidenziato che i governi degli ultimi anni hanno affrontato il problema in modo superficiale, cercando scorciatoie. Ora è necessario andare oltre i titoli e ottenere risorse concrete. Queste risorse devono essere destinate ai centri antiviolenza, ai servizi socio-sanitari, al sostegno all’occupazione e alla formazione degli operatori sociali, sanitari e di giustizia. È importante anche investire nella diffusione culturale e nella prevenzione.

La presidente Minoli ha espresso preoccupazione per la superficialità con cui si affronta il tema della prevenzione e del cambiamento culturale. Ha sottolineato che l’educazione all’affettività è un sapere multidisciplinare e interdisciplinare che comprende diverse discipline come la pedagogia di genere, l’educazione sessuale, la psicologia, l’educazione civica e l’educazione al web e ai dispositivi digitali. È necessario investire nella formazione degli insegnanti e nella revisione dei libri di testo per eliminare gli stereotipi sessisti e valorizzare il contributo storico delle donne.

La Fondazione ha sottolineato che non si può più ignorare il problema. È necessario creare nuove relazioni e alleanze per promuovere un cambiamento radicale. Sono state fatte audizioni in Parlamento, ci sono relazioni e tavoli tecnici, osservatori e dati Istat. È tempo di agire insieme per porre fine alla violenza di genere.