17 settembre 2023, Giornata Mondiale della Merenda: un rito dalle radici antiche
Con l’apertura delle scuole, un’iconica tradizione dolciaria fa il suo ritorno negli zaini degli studenti di tutto il mondo: la merenda. Ma sapete perché si chiama “merenda”? Oggi, in occasione della “Giornata Mondiale della Merenda,” esploriamo le origini e l’evoluzione di questa abitudine alimentare che ha radici antiche.
Le origini della merenda
L’abitudine di consumare una merenda ha le sue radici nella civiltà contadina dell’inizio del Novecento. In quel periodo, la merenda era considerata come un pasto guadagnato come ricompensa di merito per il lavoro svolto a casa o nei campi. Il termine “merenda” deriva dal latino “merere,” che significa “guadagnare” o “meritare.” In altre parole, i lavoratori si “guadagnavano” la loro merenda dopo una mattinata di duro lavoro.
Con il passare degli anni, la merenda ha subito notevoli cambiamenti nella sua composizione e presentazione. Da un pasto salato, è diventata un pasto dolce, e da un pasto abbondante è stata trasformata in un formato tascabile e monoporzione. Questa trasformazione ha reso la merenda più accessibile e pratica per tutti.
L’evoluzione delle merendine
Negli anni 2000, le merendine hanno vissuto una fase di rinnovamento, cercando di bilanciare leggerezza e gusto. È diminuito l’apporto calorico complessivo, è calata la quantità di zucchero e grassi saturi, ma soprattutto sono stati eliminati i grassi idrogenati e gli acidi grassi dannosi per la salute. Inoltre, sono state introdotte merendine di ispirazione internazionale, come i muffin, che hanno ampliato ulteriormente le opzioni disponibili.
Le nuove merendine offrono una vasta gamma di gusti e varianti. Alcune puntano sullo yogurt, altre sui mirtilli o sui frutti rossi. Ci sono anche quelle che non rinunciano alla cioccolata in pezzetti o che ripropongono la tradizionale marmellata come ripieno. Al contrario, alcune merendine puntano sulla semplicità senza tempo del pane.
La merenda: un rituale della tradizione dolciaria
In generale, quando parliamo di merendine, ci riferiamo a prodotti derivati direttamente dalla nostra tradizione dolciaria. Sono la versione monodose dei dolci da forno fatti in casa, in particolare quelli a base di pan di spagna e pasta frolla. Le merendine attuali variano in termini di apporto calorico, con le più semplici che contengono circa 110 kcal e le più ricche che arrivano a 180 kcal, coprendo in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno per bambini e ragazzi.
Le merendine amate degli anni ’80 e ’90: un tuffo nella nostalgia
Infine, vale la pena ricordare le merendine che hanno reso indimenticabile l’infanzia della Generazione X e dei Millennial. Questi snack e biscotti, protagonisti dei momenti di pausa a scuola, sono ancora vivi nella memoria di molti. Alcune di queste merendine sono andate fuori produzione da anni, mentre altre sono ancora disponibili. Per molti, queste leccornie rappresentano un simbolo di un’epoca passata, evocando nostalgia per gli anni trascorsi.
Tra le merendine più amate degli anni ’80 e ’90 ci sono:
Queste merendine rappresentano un tuffo nella nostalgia per chi le ha cresciute e ricordano i tempi in cui il suono della campanella dell’intervallo a scuola era il segnale per gustare queste delizie. Alcune di esse sono ancora disponibili oggi, mentre altre sono diventate oggetti di culto tra i collezionisti.
In definitiva, la “Giornata Mondiale della Merenda” ci offre l’opportunità di celebrare una tradizione alimentare con radici profonde, di esplorare le nuove evoluzioni delle merendine e di fare un tuffo nella nostalgia per le leccornie degli anni passati. Quindi, quale sarà la vostra scelta per la merenda di oggi?